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Residenza e domicilio: le principali differenze

06/05/2016 ::

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Residenza e domicilio: le principali differenze

Cosa implica avere la residenza in un dato luogo? Dove invece è sufficiente il domicilio? Approfondiamo la differenza tra questi due concetti.

Spesso si fa confusione tra residenza e domicilio: in realtà si tratta di due concetti molto distinti, con implicazioni giuridiche differenti.
 
Iniziamo l’argomentazione riportando la differenza tra residenza e domicilio così come è enunciata nel Codice Civile - Libro Primo - delle Persone e della Famiglia - art. 43: “Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale”.
 
Chiaro e sufficiente? Non del tutto: entriamo dunque nel merito delle differenze tra i due termini.

Residenza

Da un punto di vista terminologico, il verbo che si confà a residenza è “fissare”: si dice che una persona “fissa la propria residenza”.
 
Dalla definizione data nel Codice Civile si apprende che la residenza ha a che fare con la “dimora”: la residenza è quindi da considerarsi come il luogo in cui il soggetto abita.
 
La residenza comporta la registrazione presso l’ufficio anagrafe del comune presso cui si desidera stabilire la propria dimora: per questo si parla di “residenza anagrafica”.
 

Effetti della residenza

La residenza anagrafica ha una serie di implicazioni ed effetti, tra cui:
  • Rilascio di certificati anagrafici;
  • Accesso ai servizi demografici;
  • Determinazione delle competenze territoriale degli Organi Giudiziari;
  • Individuazione del luogo in cui determinati atti debbano essere rilasciati;
  • Individuazione della competenza del Tribunale ai fini dell’adozione;
  • Iscrizione alla lista di elettorato.
La residenza anagrafica influisce anche sulla pubblicazione e sulla celebrazione del matrimonio.
 

Trasferimento di residenza: chi può richiederlo?

I cittadini e nuclei familiari italiani possono richiedere la residenza o da un Paese estero verso un comune italiano, oppure da un luogo all’altro in Italia, eleggendo quel determinato luogo a propria dimora.
 
Per richiedere il cambio di residenza bisogna essere maggiorenni o, nel caso di un nucleo familiare, ci deve essere almeno un componente maggiorenne che si fa carico della responsabilità per le persone su cui esercita tutela o di cui è genitore.
 
Per chiedere il trasferimento di residenza nei due casi indicati sopra, un cittadino o un nucleo familiare italiano deve:
  • essere iscritto presso l’Anagrafe della popolazione residente presso un altro comune italiano;
  • essere iscritto presso l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE);
  • non essere presente nelle liste di irreperibilità dell’Anagrafe della popolazione residente di un comune italiano.
Qualora il cittadino o il nucleo familiare faccia richiesta di trasferire la propria residenza presso un luogo in cui risultano esserci già altri residenti, la dichiarazione di cambio di residenza deve essere sottoscritta da entrambe le parti.
Il cambio di residenza non ha costi.
 

Cambio di residenza: come richiederlo?

Per fissare la propria residenza o effettuare un cambio di residenza, la persona deve recarsi presso l’ufficio anagrafe del nuovo comune in cui intende fissare la residenza oppure richiedere il modulo apposito e compilarlo da casa; una volta compilata la dichiarazione di residenza, la persona o il nucleo familiare può presentarla nelle seguenti modalità:
  • Recandosi direttamente presso l’ufficio anagrafe negli orari di apertura;
  • Via fax;
  • Via e-mail;
  • Via PEC (posta elettronica certificata);
  • Via raccomandata.
L’inoltro tramite sistemi informatici può essere effettuato a patto che la dichiarazione sia sottoscritta con firma digitale o che il richiedente si avvalga della carta d’identità elettronica.
 
Unitamente alla dichiarazione di cambio di residenza deve essere allegata una copia del documento di identità del richiedente e di tutte le persone che trasferiscono la residenza: se maggiorenni, anch’esse devono compilare il modulo, altrimenti è il richiedente che esercita tutela o potestà a farsene carico per loro.
 
Oltre al modulo, il richiedente è tenuto a presentare anche la documentazione che attesti la natura e il titolo dell’’abitazione: proprietà, preliminare di vendita, comodato, locazione, diritto all’uso, assegnazione, usucapione etc.
 

Accertamenti anagrafici per il cambio di residenza

L’ufficio anagrafe ha l’obbligo, per mezzo di ufficiali appositi (generalmente un esponente del corpo della Polizia Municipale), a verificare il requisito dell’abitabilità della dimora e la sussistenza di un titolo (proprietà, usufrutto, comodato, etc) che legittimi l’occupazione dell’immobile, come da paragrafo precedente: i controlli devono essere effettuati entro 45 giorni dalla richiesta di iscrizione anagrafica o di cambio di residenza anagrafica.
 
Nel caso in cui dovessero emergere discordanze con la dichiarazione rilasciata all’ufficio anagrafe, questo deve fare debita segnalazione all’autorità competente in materia di pubblica sicurezza.

 

Domicilio

Riguardo alla terminologia, la formula corretta è “eleggere domicilio”.
 
Il domicilio non deve per forza coincidere con la residenza: una persona può essere iscritta all’ufficio anagrafe di una città, e dunque avere lì la propria residenza, ma essere domiciliata in un’altra città per motivi di lavoro o affari.
 
Non esiste un certificato di domicilio: la scelta del domicilio non risponde ad alcuna formalità, quindi non è prevista alcuna registrazione di tipo pubblico.
 
Può sussistere il caso in cui alla persona venga richiesto il rilascio di una dichiarazione che ne attesti il domicilio: in questa circostanza è possibile provvedere a un’auto-dichiarazione chiamata in gergo “dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà”, possibile solo da parte di cittadini italiani e comunitari.
 
Stando a quanto definito nel codice civile dunque il domicilio sarebbe più legato all’attività lavorativa e commerciale di una persona: dovendosi spostare per motivi di lavoro o studio, una persona può tranquillamente mantenere la residenza nel proprio comune e restare legata al proprio nucleo familiare fino a che non decide di fissare dimora in una nuova abitazione.

 

Residenza o domicilio? Risposte in breve

Anche nel caso della residenza e del domicilio i dubbi sono molti e la burocrazia a volte non aiuta, ma basta un po’ di attenzione e rivolgersi alla propria agenzia o al proprio consulente di fiducia per avere maggiori chiarimenti.
 
Cerchiamo dunque di dare una risposta esaustiva ad alcune delle domande più ricorrenti:
 
➢      Ho comprato casa: per andare ad abitare nella nuova abitazione devo cambiare residenza?
➢      Sto ristrutturando casa: per usufruire delle agevolazioni fiscali devo cambiare residenza?
➢      Abito per lavoro in un’altra città, e le varie comunicazioni giudiziarie e amministrative (multe etc) mi arrivano presso la mia residenza che è fissata a 800 km: è consigliabile trasferire la residenza?
➢      Mi devo trasferire per un breve periodo in un’altra città: devo procedere con il cambio di residenza? No

Ora la situazione è più chiara? Per ulteriori domande, contattateci!

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